E' un fenomeno particolare che molti non esitano a definire di puro carattere psicologico, ma che comporta molti aspetti poco conosciuti, quello di "vedere" o di "credere di vedere" persone scomparse, che non ci sono più.
Indagini serie sono state compiute negli ultimi anni sul fenomeno riguardante soprattutto vedovi e vedove, che - dopo il lutto - sostengono di aver visto almeno una volta l'immagine del proprio congiunto, nelle circostanze più disparate, in casa, o all'aperto, sdraiato sul letto, o mischiato in mezzo ad una folla.
Una delle ricerche piu' complete è quella compiuta dalla psicologa svedese Agneta Grimby, dell'Università di Goteborg, dalla quale emergerebbe che addirittura l'80% delle persone sopravvissute a un grave lutto familiare hanno avuto almeno una volta una allucinazione relativa al loro congiunto scomparso (percentuale molto superiore a quella dichiarata a causa delle remore di molte persone a 'raccontare' queste allucinazioni, per diversi motivi).
Le apparizioni, secondo lo studio della Grimby, sono molto più numerose al mattino, e toccherebbero il 'picco' temporale in un lasso compreso tra un mese e quattro mesi dal decesso della persona.
Secondo quanto risulta dallo studio svedese, inoltre, le 'allucinazioni' non sono dipendenti da disturbi mentali o da dipendenze alcooliche o da droghe. Si verificano infatti, sostiene la ricerca, anche in persone dotate di un sano equilibrio psichico.