Zombi (italianizzazione della parola zombie) è un termine di origine haitiana legato ai riti del Vudù, che è entrata nell'immaginario comune attraverso il campo cinematografico e letterario come un morto vivente.
Nella letteratura occidentale del passato gli zombi erano noti come gli schiavi vittime delle droghe. Un ottimo riferimento filmografico è costituito da L'isola degli zombies (1932) con la star Bela Lugosi. Zombi è anche una droga del futuro citata nel racconto fantastico La porta sull'estate di Robert Heinlein, con la quale il protagonista viene totalmente asservito ai suoi falsi amici.
Nella seconda metà del Novecento gli zombi (più correttamente "morti viventi") sono immaginati come le creature morte che continuano a camminare, senza più volontà, spinti solo dalla fame innaturale di carne umana. Questa immagine degli zombie viene introdotta da La notte dei morti viventi del 1968, il film cult capostipite del ciclo di George Romero, il cui tono apocalittico era ispirato dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, nel quale il termine zombie non era ancora usato (si parlava di vampiri). Tanto nel libro di Matheson quanto nel film di Romero è descritta la fine della civiltà devastata da un'umanità di cadaveri. Un durissimo apologo satirico sociale, che si evidenzia nel secondo capitolo del ciclo Zombi (1978), dove folle di zombi invadono un centro commerciale, mimando le gestualità dei vivi.
Il concetto di "morto vivente" è dunque una distorsione o reinterpretazione di quello che lo zombi rappresenta nella religione vuduista ed è interessante come nel giro di una, due generazioni una parte di verità sia divenuta un mito sovrannaturale.
Forse non è un caso che con la caduta della dittatura haitiana, negli anni ottanta il fenomeno sia passato da superstizione a materia di studi scientifici, restituendo al pubblico la verità primeva. In un'intervista postuma su Rai Tre, il regista Lucio Fulci, autore di Zombi 2, parlava di un concorso della Chiesa haitiana ad alimentare la superstizione.
Nella figura dello zombi si intravede un'immagine speculare in negativo, di carattere diabolico ed insieme pagano di concetti cristiani: la resurrezione apocalittica dei corpi (integri) per Opera Divina ed il rito eucaristico. "Quando non ci sarà più posto all'Inferno" i corpi corrotti risorgono cannibalizzando i vivi, in quella che è letterariamente detta "eucarestia pagana".
Nel libro Il serpente e l'arcobaleno di Wade Davis, da cui è stato tratto un film di Wes Craven, viene analizzata la relazione tra zombi e vudu nel caso Clairvius Narcisse.
Nel film Resident Evil, gli zombi sono persone colpite dal Virus "T", che ne provocherebbe una specie di morte parziale. Infatti, rimarrebbe attiva solo la parte del cervello che ci permette di assecondare i bisogni primari, che in questo caso è l'esigenza di mangiare.